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Per quanto riguarda lo sclero "alla Bill Hicks" credo che molto sia anche dato dalla notorietà che aveva Hicks a quel tempo, cosa che gli permetteva di andare avanti con una sequela di "maleparole" perché faceva tutto parte del personaggio. Inoltre negli esempi riportati si scontrava con una persona alla volta, che magari stava disturbando non solo lui ma anche tutto il resto del pubblico, che ovviamente era venuto lì a vederlo e che certo non concordava sul parere della donna ubriaca dei primi minuti o del signore che voleva la routine a comando.

Secondo me quando sei Bill Hicks queste cose puoi assolutamente permettertele. Sia perché chi ti viene a vedere sa che non gliele mandi a dire, sia perché sai che lo spettacolo è anche fatto dal carattere dell'interprete.

Per quanto riguarda il crowd work invece, sebbene non apprezzi il genere, c'è da vedere anche il lavoro che fa Stefano Rapone (lo trovate online sul suo canale youtube)

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Però allora lo sclero diventa una finta, o comunque si carica di esagerazione che non avrebbe naturalmente. Detto questo, certamente il fascino di Bill Hicks sta anche nel suo carattere. Però quegli sbrocchi mi sembrano interessanti perché fanno emergere un carattere ambiguo della stand-up riguardante appunto il rapporto col pubblico.

Su Rapone, non posso non condividere con te il giudizio positivo, andate a guardarlo!

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